Qui, Quo, Qua

Qui, Quo e Qua sono tre esilaranti e inseparabili paperotti, appartenenti al vasto mondo dei fumetti e meglio conosciuti come i nipoti di Paperino. Nati dalla penna colorata dei fumettisti Al Taliaferro e Ted Osborne, videro la luce per la prima volta nell’ottobre del 1937 ma divennero presto anche tre icone della Walt Disney: la loro prima apparizione in un cortometraggio (dal titolo Donald’s nephews, in italiano “i nipoti di Paperino”) risale infatti a meno di un anno dopo, nell’aprile del 1938. A partire da quel momento, la loro ascesa si fece via via sempre più inarrestabile, vedendoli protagonisti di migliaia di fumetti, svariati cortometraggi e lungometraggi distribuiti in molti paesi del mondo.

Fisionomia e differenziazioni

I tre fratelli appaiono identici d’aspetto, in una fedelissima caricatura di ciò che devono rappresentare: piumaggio bianco con una piccola coda, grandi occhi azzurri, becco e zampe arancioni degne di ogni papero che si rispetti. Solo le mani di cui sono dotati sono simili a quelle umane, ma hanno quattro dita e non cinque. Indossano anche delle magliette e dei capellini con visiera. In altre parole, li possiamo definire una versione infantile di Paperino.

Per distinguerli, però, è possibile basarsi sul colore dei loro berretti e su determinate caratteristiche caratteriali: Qui (berretto rosso) è il leader del gruppo, il più impavido, agile ed esuberante; Quo (berretto azzurro) il più intelligente, perspicace e romantico dato che è anche il primo a innamorarsi di una sua coetanea (come accade nelle storie Qui, Quo, Qua e il tempo delle mele e Beato tra le papere); Qua (berretto verde) il più rilassato e creativo. Tuttavia, tali caratterizzazioni sono occasionalmente modificate a seconda degli autori che li disegnano.

Come nascono e la loro evoluzione

Il primo ad aver pensato di affiancare tre nipoti alla figura di Paperino intuendone le potenzialità è stato Al Taliaferro, sulla scia dei nipoti gemelli di Topolino, Tip e Tap (ideati da Floyd Gottfredson). Ma inizialmente gestirli dal punto di vista fumettistico non fu semplice, poiché tre personaggi insieme occupavano tutta la scena e la loro realizzazione costava più lavoro. La soluzione migliore si rivelò l’inserimento nelle storie di uno o al massimo due di loro.

Figli della sorella di Paperino, Della Duck, si fecero conoscere per la loro indole pestifera e vivace, che ha messo moltissime volte a dura prova la pazienza del povero zio. Tutto iniziò quando la madre li portò da lui in seguito alla loro ennesima marachella: aver fatto esplodere un petardo dietro il divano del padre facendolo finire in ospedale. Per questo, fino al termine della sua convalescenza, avrebbero dovuto fermarsi a Paperopoli da Paperino, ma in verità non si avranno più notizie della madre, e i tre monelli si stabiliranno definitivamente a Paperopoli, dando inizio a una convivenza a dir poco spassosa e conflittuale con il malcapitato zio.

La vera svolta si ha però con il loro ingresso nel saggio corpo delle Giovani Marmotte, che li vedrà protagonisti di una vera e propria metamorfosi: abbandoneranno infatti parzialmente l’indole scapestrata che li aveva sempre contraddistinti e diventeranno sempre più responsabili e assennati, evolvendo dunque in positivo. Si riveleranno persino un valido supporto in ogni avventura di Paperino e di zio Paperone (che fa il suo ingresso in casa negli anni ’50), aiutandoli quando necessario, ma senza comunque mai perdere del tutto la natura scanzonata che li caratterizza: semplicemente conciliandola con atteggiamenti più maturi.