Una storia che inizia a Torino
La storia di Topolino in Italia è iniziata a Torino. Era il gennaio del 1931 e proprio nel capoluogo torinese è stata effettuata la proiezione di alcuni cortometraggi dedicati al personaggio che oggi tutti conosciamo. Fu proprio da questo evento che scoppiò la scintilla di Topolino, non solo a Torino, ma in tutto il Paese. Il grande successo ottenuto dal personaggio ben presto portò alla realizzazione di alcune tavole su un giornale, un supplemento domenicale dedicato ai bambini del quotidiano Il Popolo di Roma. A disegnarle era l’illustratore Guglielmo Guastaveglia. Anche se la fama di Topolino è ben assestata, dobbiamo attendere ancora un po’ di tempo prima che il personaggio venga apprezzato ancora di più. Sul Popolo di Roma, infatti, i disegni non sono molto densi di dettagli e Topolino interagiva con personaggi più conosciuti in Italia, come Felix the cat. Il lavoro di pubblicazione di queste tavole durò per circa dieci numeri.
La svolta con l’editore Nerbini
La grande diffusione di Topolino in Italia e il successo ottenuto nel corso degli anni si deve all’editore fiorentino Giuseppe Nerbini. Non era nemmeno passato un anno dalla pubblicazione delle prime tavole con Topolino sul quotidiano del Lazio che l’editore, spinto dalla notizia di un Oscar assegnato a Disney per la creazione del personaggio, decise di stampare un giornale interamente dedicato proprio a Topolino. Il nome del fumetto era proprio “Topolino” e nelle edicole del Paese la pubblicazione arrivò nel mese di dicembre del 1932. Era un settimanale e, similmente a quanto avveniva sul Corriere dei Piccoli, i fumetti venivano presentati all’inizio del giornale con una storia breve con didascalie realizzate in rima (l’autore era Giove Toppi).
Un problema di diritti di pubblicazione stava però per frenare l’impresa: Nerbini si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A. per assicurarsi la possibilità di pubblicare le tavole con Topolino, ma Walt Disney aveva consegnato i diritti al giornalista Guglielmo Emanuel. Contemporaneamente l’editore Frassinelli di Torino sosteneva (con delle accuse che poi si rivelarono parzialmente infondate) di essere in possesso dell’esclusiva di pubblicazione di materiale Disney. Per questi motivi Nerbini fu costretto a cambiare il nome del giornale in “Topo Lino”, almeno per poco tempo, visto che dopo due numeri, a partire dal numero cinque, tutto tornò come prima: Nerbini riuscì ad ottenere i diritti dal King Features Sindacate. Le opere made in Italy potevano essere pubblicate in Italia a patto che l’editore specificasse che si trattava di storia non disegnate da Walt Disney e autorizzate dal King Featurs Sindacate. Venivano però pubblicate le strisce giornaliere e le tavole domenicali americane create da Floyd Gottfredson. In sostanza, però, su questo giornale venivano pubblicate soprattutto tavole domenicali, visto che le strisce giornaliere erano inserite in un supplemento. Questo almeno fino al 1935, quando si diede più spazio alle strisce quotidiane anche sul giornale. In quell’anno la pubblicazione per alcuni numeri diventò “Topolino – Mickey Mouse”.
Mondadori contro Nerbini
Dopo pochi anni, nel 1935 l’editore Mondadori cercò di convincere Walt Disney: l’obiettivo era l’acquisizione dei diritti di pubblicazione delle storie Disney. Ma la situazione inizialmente non fu positiva per la casa editrice: i diritti erano stati ceduti dal King Features Sindacate a Nerbini. Mondadori però non si arrese e pubblicò il 28 marzo 1935 il primo numero dei “Tre Porcellini” (Nerbini aveva i diritti di pubblicazione delle strisce e delle tavole, ma non dei personaggi Disney!). Di conseguenza Mondadori riuscì a comprare la possibilità di pubblicare le Silly Symphonies. Nel nuovo giornale trovarono posto anche dei racconti illustrati proprio con il personaggio di Mickey Mouse. Sempre nel 1935 alla fine Nerbini cedette a Mondadori il suo giornale dedicato a Topolino.
L’era Mondadori
L’era Mondadori iniziò l’11 agosto del 1935, con il numero 137 del giornale, un vero e proprio numero storico della rivista, che conteneva una tavola domenicale, dei racconti illustrati, una tavola di Ciottolo all’età della pietra, le avventure di Tim e Tom e un’altra tavola di Piccolo Nemo. Mondadori, che affidò ad Antonio Rubino il compito di dirigere il giornale, cercò di rendere meno traumatico il passaggio al nuovo editore, mantenendo per qualche numero la tricromia, che venne abbandonata dal numero 139 a favore della quadricromia. Venne abbandonato anche il supplemento, dopo appena tre numeri. Il primo “club” degli appassionati lettori di Topolino nacque nel 1935, con gli “Amici di Topolino”.
Una svolta importante si ebbe nel 1937, con la chiusura del giornale dei Tre Porcellini. L’11 febbraio 1937 il titolo della rivista passò a “Topolino – Grandi avventure”, anche a causa dell’assorbimento, da parte del giornale, di alcune storie che in principio erano pubblicate sull’altra rivista chiusa dall’editore. Nel 1938 il Ministero della Cultura Popolare di epoca fascista impose alcune restrizioni alla stampa italiana: gli editori non potevano più pubblicare i protagonisti del fumetto americano. La restrizione però non coinvolse il personaggio di Topolino e la conseguenza fu rappresentata dalla scomparsa sul giornale di tutte le avventure americane non appartenenti a Disney e dalla successiva comparsa di storie completamente italiane (è il caso, ad esempio, di Saturnino Farandola di Federico Pedrocchi e Pier Lorenzo De Vita).
Un nuovo cambio di nome si ebbe nel 1939. Con il numero 330 del 20 aprile il giornale tornò a chiamarsi semplicemente “Topolino”, abbandonando la dicitura “Grandi avventure”. Intanto però il periodo bellicoso portò a porre dei dubbi sulla presenza di Topolino nelle edicole italiane, tanto che l’editore scrisse, nell’aprile del 1941, al Ministero della Cultura Popolare per chiedere una proroga delle pubblicazioni almeno fino alla fine dell’anno, in modo da avere il tempo di realizzare un giornale per ragazzi alternativo ed evitare così un brusco calo delle vendite. Topolino e l’illusionista fu l’ultima storia con il celebre personaggio ad essere pubblicata, nel 1942: nelle ultime puntate furono eliminati i baloon (per volontà del fascismo, che impedì l’uso di questo strumento grafico in tutte le storie a fumetti) e introdotte delle didascalie. Il sostituto di Topolino fu Tuffolino agente di pubblicità. Tuffolino era disegnato da Pier Lorenzo De Vita e aveva le stesse caratteristiche grafiche di Mickey Mouse. Il giornale continuò a chiamarsi Topolino, ma non aveva più storie Disney. Ma la situazione non poteva andare diversamente: la testata fu sospesa con il numero 564 del 21 dicembre 1943, fino al 15 dicembre 1945.
Con la caduta del regime fascista Topolino diventa nuovamente pubblicabile e torna con la storia Topolino e il boscaiolo, con alcune storie postume di Pedrocchi (che fu ucciso durante la guerra dai soldati alleati mentre si trovava in treno), con le strisce di Paperino create da Taliafierro e con le prime storie di Carl Barks. La prima storia italiana del dopoguerra fu Topolino e il cobra bianco, che sarà pubblicata a puntate dal numero 713 di Topolino giornale al numero 1 di Topolino libretto.
Il cambio di formato
Gli anni ’40 si chiusero con una vera e propria crisi per l’editoria, che coinvolse i fumetti con storie a puntate. Anche Topolino faticava ad andare avanti, ma Mondadori non voleva rinunciare alla pubblicazione, soprattutto per non perdere i diritti delle pubblicazioni in libreria, e decise di operare un sostanziale cambiamento di formato. La casa editrice in quel periodo pubblicava la Selezione dal Reader’s Digest, per la quale usava una nuovissima (e davvero costosa) macchina per la stampa che non veniva utilizzata tra un numero e l’altro di questa pubblicazione. Per questo motivo si decise di utilizzare questa macchina anche per la stampa di Topolino, che cambierà così formato (passando a 12,5 x 18 centimetri). Nasceva così il nuovo Topolino, nell’aprile 1949, che ripartì con la numerazione dal numero 1. La periodicità passò da settimanale a mensile, il nuovo prodotto aveva 100 pagine e costava 60 lire (con un aumento rispetto alle 15 lire del settimanale).
Specchietto dei direttori di Topolino dal 1932 al 1949
Paolo Lorenzini: dal 1932 al 1933
Mario Nerbini: dal 1934 al 1935
Paolo Lorenzini: nel 1935
Antonio Rubino: dal 1935 al 1940
Ettore Della Giovanna: dal 1940 al 1942
Giorgio Mondadori: dal 1942 al 1943
Mario Gentilini: dal 1945 al 1949
La prima serie di Topolino libretto
Il primo numero di Topolino libretto arriva nell’aprile del 1949: la copertina (diventata famosissima) è il ricalco di un disegno creato da un autore americano ignoto. La periodicità mensile durerà per alcuni anni e inizialmente le storie presenti sono quasi tutte americane. Nel 1952 venne effettuato un cambio di periodicità: Topolino diventò quindicinale, grazie ad un vero e proprio referendum proposto ai lettori. L’anno successivo fu cambiato anche il formato, passando dalla spillatura alla brossura, così come vediamo il libretto oggi. Nel corso degli anni il prezzo subì dei cambiamenti in rialzo, ma periodicamente aumentò anche il numero delle pagine. Dal numero 145 dalla costa di copertina spariscono le immagini con i personaggi Disney e dal numero 165 viene introdotto sulla costa un motivo a quadretti bianchi e rossi o bianchi e blu. Dal numero 220 del 1959 le pagine sono alternate in bianco e nero e a colori.
Topolino diventò settimanale a partire dal numero 236 del 5 giugno 1960, con un cambio di prezzo, che da 100 lire scende a 80. I colori furono introdotti per tutte le pagine del libretto a partire dal numero 289 e il prezzo sale nuovamente a 100 lire, con un aumento delle pagine (da 116 a 134). Nel 1965 uno sciopero dei poligrafici impedì l’uscita del numero 479 del settimanale, che fu integrato con il successivo numero 480. Sono degli anni importanti per la comparsa di alcuni persoanggi molto amati dal pubblico dei lettori. Romano Scarpa crea Paperetta Yè Yè, nel numero 542 arriva la storia di Chendi e Carpi Paperino missione Bob Fingher, la prima storia della serie della P.I.A. Nel 1969 arriva per la prima volta Paperinik, con la celebre Paperinik e il diabolico vendicatore.
La seconda serie di Topolino libretto
Diverse le iniziative che accompagnarono i lettori di Topolino negli anni ’70. Nel 1973 fece la sua comparsa l’Operazione Quack, della durata di 11 settimane. L’obiettivo consisteva nel collezionare dei francobolli dorati dedicati ai personaggi Disney. Nel 1974 in occasione dei mondiali di calcio fu lanciata l’iniziativa Operazione Monaco 74, con album e figurine. Nel 1975 arrivò in edicola il numero 1000 del settimanale e pochi anni dopo, nel 1978, Topolino festeggiò i 50 anni con una copertina speciale in cui il Topolino in vestiti moderni e quello degli inizi si fanno gli auguri.
Alcuni cambiamenti importanti si ebbero negli anni ’80. Proprio nel 1980 Mario Gentilini passerà la direzione del libretto a Gaudenzio Capelli. Nel luglio del 1988 la casa editrice Mondadori lasciò il posto alla The Walt Disney Company Italia, dopo 50 anni. Dal 1989 furono indicati all’inizio delle storie italiane gli autori dei testi e dei disegni e dal 1991 iniziarono ad essere pubblicati anche i famosi gadget estivi. Nel 1994 arrivò il Topolino numero 2000, quello attualmente con il più alto numero di pagine, ben 385. Alcuni cambiamenti interessarono la testata negli anni: dal 1993 al 1996 furono eliminate alcune delle rubriche che hanno fatto la storia del libretto (Qui Paperino Quack con le lettere dei lettori, Saranno famosi con le foto degli appassionati, Cambi e scambi, l’agenda “il Calendario”). Nel 1997 in copertina comparirono il codice a barro e l’indirizzo del sito internet della Disney. Nel 1998 si decise di cambiare la struttura che aveva caratterizzato il libretto fino a quel tempo e che prevedeva l’alternanza netta con storie, rubriche e altre storie.
Grazie all’Accademia Disney nel nuovo millennio hanno fatto la loro comparsa sulle pagine di Topolino numerosi autori, sceneggiatori e disegnatori. Dal 2000 si sono succedute due donne alla direzione del giornale, Claretta Muci (dal 2000 al 2007) e Valentina De Poli (dal 2007). Da ricordare il numero 2301 del 4 gennaio 2000, che, per festeggiare il nuovo millennio, è arrivato in edicola in due versioni con altrettante copertine, una dedicata a Paperino e una a Topolino. Il 22 maggio 2013 fu pubblicato il numero 3000 di Topolino, con 324 pagine. Sempre nello stesso anno un altro cambiamento epocale: dal numero 3019 del 2 ottobre la Disney Italia passa la gestione del libretto a Panini Comics, dopo 25 anni e 1317 numeri.
Specchietto dei direttori di Topolino libretto
Mario Gentilini: dal 1949 al 1980
Gaudenzio Capelli: dal 1980 al 1994
Paolo Cavaglione: dal 1994 al 1999
Gianni Bono: dal 1999 al 2000
Claretta Muci: dal 2000 al 2007
Valentina De Poli: dal 2007