“Spero solo che non ci dimenticheremo mai una cosa: tutto è cominciato con un topo”. Sono queste le parole di Walter Elias Disney, pronunciate il 27 ottobre del 1954, parecchi anni dopo la nascita del celebre personaggio che nel nostro Paese (e non solo) dà il nome al famosissimo settimanale di fumetti edito attualmente da Panini Comics. Era il 1928, Walt Disny non aveva passato certamente un bel periodo, perché aveva visto crollare definitivamente in una sola giornata il suo team dello studio di Hollywood e il suo personaggio che lo aveva portato al successo, Oswald, il coniglio fortunato.
Così nacque Mickey Mouse
Un brutto periodo per Walt, che in quel periodo era un giovane regista. Il momento buio, però, lo spinse a reagire in fretta e a riflettere su un nuovo personaggio. Si trattava di Mortimer Mouse, un nome che forse non poteva essere troppo fortunato, visto che non era molto adatto ai bambini. Per questo motivo, come consigliato dalla moglie, Walt decide di chiamarlo Mickey Mouse. E’ così che nacque Topolino e, grazie anche all’aiuto di Ub Iwerkes, amico e collaboratore di Walt, il papà di Mickey riuscì a creare in fretta un progetto segreto: il primo film con Mickey Mouse.
Il nuovo personaggio di Walt Disney approdò in una proiezione privata dal titolo L’aereo impazzito. Il secondo lavoro con Topolino come protagonista su un altro film, chiamato Gallopin’ Gaucho, nel quale appariva anche Gambadilegno. E’ servito un terzo film, però, affinché Mickey Mouse fosse apprezzato dal pubblico. Si trattava del celebre Steambot Willie, un cartoon realizzato per un’associazione con il sonoro sincronizzato.
Walt Disney decise di tentare l’impossibile e accettò la proposta di una sala di Broadway, proiettando al pubblico il film al Colony Theater di New York. Era il 18 novembre 1928 e quel giorno il successo arrivo veramente. Intanto Iwerks decise, nel 1930, di passare alla concorrenza, cedendo la sua quota. In seguito, però tornerà agli studi Disney, con un lavoro importante nell’ambito degli effetti speciali.
Seguono numerosi altri film, che vengono accolti sempre molto bene dal pubblico, a partire dal sesto, “Via il gatto, Topolino balla”, che fu realizzato nel 1929. Ben presto il successo diventa sempre più solido e Mickey Mouse si consolida come un personaggio presente in diversi lavori, lungometraggi e perfino brani musicali.
Topolino nelle strisce a fumetti
Ma non finisce qui. Topolino ben presto, dopo 16 film animati, apparve anche nelle strisce quotidiane a fumetti. Era la prima apparizione del personaggio su carta, sempre ad opera di Walt Disney e Ub Iwerks. Nel corso degli anni il personaggio ha subito diversi cambiamenti, che testimoniano anche dei mutamenti nel carattere che si voleva imprimere a Topolino. Dalle storie avventurose si passò a storie con ambientazione più quotidiana, con un’incursione nelle storie di guerra nel corso della seconda guerra mondiale. Poi, dal 1945 al 1947, le avventure diventarono più quotidiane e meno all’insegna dell’avventura.
Topolino giornale
In Italia tutto cominciò il 30 marzo 1930, quando “Le avventure di Topolino nella giungla”, una striscia creata da Ub Iwerks, fu pubblicata sul settimanale di Torino “Illustrazione del Popolo”. Passarono altri due anni e il 31 dicembre 1932 Topolino arrivò su carta nel primo numero del giornale omonimo edito dalla casa editrice Nerbini. Si trattava di un settimanale che presentava tavole create da Floyd Gottfredson e una storia d’apertura molto breve con didascalie in rima. La storia era realizzata da Giove Toppi, che si può considerare a tutti gli effetti il primo autore di personaggi Disney nel nostro Paese.
Per qualche numero il giornale fu chiamato “Topo Lino”, dal momento che la Nerbini non era riuscita ad assicurarsi i diritti per la pubblicazione, rivolgendosi al distributore di cortometraggi (il Consorzio Cinematografico E.I.A.) e non al giornalista Guglielmo Emanuel, che aveva i diritti per le riviste. Con il numero 7 del giornale Nerbini, però, tutto ritornò al suo posto.
L’era Mondadori
L’11 agosto 1935 arrivò il primo cambiamento per il nostro Mickey, visto che, con il numero 137, Topolino passò dalla Nerbini alla Mondadori. Furono degli anni abbastanza turbolenti per la pubblicazione di Topolino. Nel corso del periodo fascista il Ministero della Cultura Popolare impedì agli editori di pubblicare fumetti con personaggi americani, ma in quel caso Topolino continuò a resistere, per poi fermarsi nel corso della seconda guerra mondiale, sostituito nel gennaio 1942 da Tuffolino, un personaggio creato da Pierlorenzo De Vita, che conservava le stesse caratteristiche del personaggio Disney. Topolino ritornò più fresco che mai dopo il fascismo.
Il libretto
La pubblicazione di Topolino sotto la forma di un giornale continuò fino alla fine degli anni ’40. L’editoria dei fumetti era in crisi in quel periodo e gli stessi cali di vendite si registravano anche per Topolino. Mondadori, però, non poteva assolutamente rinunciare ad una rivista che gli permetteva di detenere anche i diritti delle pubblicazioni in libreria. Per questo motivo l’editore decise di effettuare un grande cambiamento, che oggi consideriamo sicuramente rivoluzionario, perché i risultati sopravvivono ancora ai nostri giorni.
Topolino giornale cambiò il suo formato nel 1949 e diventò libretto, con le stesse dimensioni del formato attuale della rivista. Inizialmente fu pubblicato a cadenza mensile, poi diventò quindicinale e in seguito settimanale, così come continua ad esserlo oggi.
Le storie italiane
La prima storia Disney italiana con Mickey come protagonista pubblicata nel nostro Paese fu “Topolino e il cobra bianco”, nel 1948. Prima di allora le storie presenti su Topolino giornale (e anche sul libretto) erano americane. “Topolino e il cobra bianco” terminò la sua pubblicazione sul numero 1 di Topolino libretto e su queste pagine fu pubblicata la seconda storia italiana, nel numero 7, la parodia “L’inferno di Topolino”, di G. Martina. Nel numero 13 del libretto fece la sua apparizione “Topolino e i grilli atomici”, terza storia italiana, anche questa a puntate.
I lettori hanno dovuto attendere il 1952 per ritrovare nuove storie italiane pubblicate sul libretto, realizzate da Guido Martina e disegnate da autori celebri come Romano Scarpa, Luciano Gatto, Pierlorenzo De Vita, Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi, Giulio Chierchini e Giuseppe Perego. Da quel momento le storie italiane divennero sempre più presenti su Topolino e a poco a poco le americane non furono più pubblicate.